Santa Giulia Monsignor Paolo Razzauti amministratore della Diocesi di Livorno
tenuta in Cattedrale nel giorno della Festa di SANTA GIULIA Patrona di Livorno, 22 maggio 2007
Omelie: [2002] - [2003] - [2004] - [2005] - [2006] - [2007]


HOME » DOCUMENTI » OMELIE » 2007

OMELIA ALLA FESTA DI SANTA GIULIA
Patrona di Livorno, 22 maggio 2007

LA FORZA E LA DOLCEZZA

Siamo qui per ricordare e celebrare S. Giulia patrona della nostra Diocesi e della città di Livorno.
Siamo qui a venerare una martire.
Oggi tutti si sentono martiri, ma nessuno riesce ad esserlo veramente: appena la sofferenza sfiora la vita si cerca di allontanarla, di rifiutarla di demonizzarla.
Eppure noi,oggi, abbiamo dinanzi Giulia una ragazza: esile, i capelli lunghi, i tratti dolci di una donna in giovane età, dall'altra un uomo importante grande, grosso, prepotente ed implacabile.
Negli occhi della ragazza c'è una forza indicibile, la fiducia di chi sa che ha Dio al suo fianco e niente la potrà separare da lui; negli occhi dell'uomo invece c'è lo stupore e la paura di chi si trova davanti ad un avversario invincibile e la crudeltà e l'odio di chi sa di aver perso.

S. Giulia ed il governatore Felice che la vuol costringere all'idolatria.
Chi è il più forte tra i due? Chi è il vincitore? Chi dei due ha più paura?

Vedete, è questo l'insegnamento di S. Giulia, allora come oggi: non abbiate paura! Questo ci dice questa giovane, questa piccola gigante della fede. Questo ci insegnano tutti i santi martiri della storia, questo dovrebbero testimoniare tutti i cristiani in ogni epoca.

Quali sono le nostre paure oggi?
Ci fa paura la criminalità? Dovrebbe farci paura la povertà che porta alla criminalità, l'intolleranza che genera separazioni e odio, l'indifferenza.
Ci fa paura la violenza? Dovrebbero farci paura i sentimenti che generano la violenza: il fanatismo per ideali vacui, le fissazioni che portano alla malattia, la chiusura mentale e l'egoismo imperante.

Ci fa paura la morte? Dovrebbe farci paura la vita, se non sappiamo usarla nel modo giusto, se non proviamo a viverla fino in fondo e ci lasciamo portare dagli eventi, magari preoccupati di accumulare e basta senza guardare a chi ci circonda; se non riusciamo a dare valore agli affetti ma ci occupiamo solo di realizzare tanti nostri falsi desideri.
Ci fa paura la povertà? Dovrebbe farci paura la ricchezza, il lusso, l'insaziabile desiderio di possedere. Di cosa abbiamo veramente bisogno per vivere? Non è che troppo volte viviamo nel superfluo? Facciamoci un esame di coscienza!
Ci fa paura il futuro? Dovrebbe farci paura il presente perché è qui e oggi che si costruisce il domani, e se non gettiamo basi sane e forti, se non trasmettiamo valori inconfutabili ai nostri giovani la società sarà sempre più disgregata e gli uomini sempre più soli.
Ci preoccupano i giovani fermi sulle nostre piazze o alle baracchine? Ci dovrebbe far paura la mancanza di educatori che li aiutino a crescere.
Ci fanno paura delle leggi ? Ci dovrebbe far paura l'incremento dei credenti che vivono secondo l'apparenza e non sanno agire con vera coscienza retta.
Permettetemi di rivolgermi in particolare ai giovani, perché S. Giulia era una giovane e di ripetere loro quel grido, quella invocazione che più volte Giovanni Paolo II ha ripetuto ai giovani: Non abbiate paura! riprendete in mano la vostra vita, siete il nostro futuro. Ai giovani che credono dico: con entusiasmo di trasmettere la vostra fede da uno all'altro, di credere nelle vostre possibilità e in un Cristo che non abbaglia, non confonde, non fa andare fuori di testa, ma un Cristo che si fa compagno di vita, dà l'esempio e che ha promesso di esserci sempre accanto. La forza di S. Giulia sia compagna della vita di ognuno di voi, sappiate essere sempre attenti a chi avete accanto, premurosi con chi bisogno, accorti delle persone che vi circondano.

Ma la dolcezza e la forza di S. Giulia siano compagne della vita di ognuno di noi. Un gesto d'amore non ha mai fatto male a nessuno. Alla gente bisogna voler bene!! Perché se ami, se ti prodighi, se ti interessi, le persone non lo dimenticano. Non cerchiamo di dover avere sempre qualcuno contro cui combattere, ma cerchiamo di andarci incontro, di stimarci di più, di sapersi apprezzare maggiormente.

E allo stesso tempo sappiamo essere forti dei valori in cui crediamo, forti nelle nostre convinzioni, forti nelle sfide che ogni giorno dobbiamo affrontare perché - sapete - non siamo mai soli. S. Giulia lo sapeva e ci ha creduto fino al martirio, fino alla morte.


Ed in questa festa che è di tutta la città mi rivolgo anche alle autorità civili, religiose e militari che sono presenti. Non abbiate paura! Non abbiate paura di svolgere il vostro lavoro - anzi il vostro servizio - di difendere i valori in cui credete, non temete di voler bene a questa città e a coloro che l'abitano. La città vi apprezza, vi stima e ha bisogno del vostro aiuto e della vostra guida per crescere sempre di più. Non abbiate paura di custodire la cosa pubblica, non abbiate paura di servire il bene comune. Il vostro compito sia svolto con dolcezza e con forza d'animo.


E un grazie ed un invito vorrei farlo anche ai miei fratelli nel sacerdozio, grazie per come mi hanno sostenuto nella quasi totalità in questi mesi. Vi ho sentiti vicino e impegnati a far sì che la Chiesa di Livorno non vivacchiasse ma vivesse. Vi dico grazie e vi dico di continuare a vivere in comunione, in quella unità che ci deve contraddistinguere e che deve essere di esempio e di testimonianza per tutti. Ricordatevi che se anche c'è chi vuol denigrare l'opera dei sacerdoti, chi vuol vedere solo il negativo in loro, la nostra gente ci vuole bene, ci ama, ci stima e noi facciamo vedere alla nostra gente che le vogliamo bene, l'amiamo e la stimiamo, non dobbiamo mai aver paura!


Il Signore accompagna la nostra missione passo dopo passo: le persone devono sentire che siamo loro vicini, carichi di una forza misteriosa e bellissima che ci sostiene e ci fa proclamare la parola di Gesù. Quella forza che libera da ogni paura, che ridona pace, che infonde speranza. La nostra vocazione sia una testimonianza di dolcezza e di forza perché la gente possa trovare in noi l'accoglienza e l'affetto ma anche la vitalità della fede e l'energia dell'impegno.
Cerchiamo di essere sempre uomini che donano speranza, che sanno accompagnare e non respingere chi bussa alla nostra porta, chiunque esso sia, ancora di più se è povero in qualcosa.


Allora tutti noi, e mi rivolgo anche ai laici impegnati in diocesi che ringrazio nello stesso tempo, cerchiamo di essere forti dei valori in cui crediamo, forti delle nostre convinzioni, nelle sfide che dobbiamo affrontare, perché non siamo mai soli, il Signore ce lo ha ripetuto domenica scorsa: "Sarò con voi fino alla fine del mondo". La seconda lettura ci diceva anche nelle persecuzioni non abbiate paura.


Tutto questo è soltanto un sogno ? No, sono certo che è tutto possibile per il bene della nostra Città, per il bene della nostra chiesa diocesana.
Chi è stato dunque il più forte Giulia ed il suo carnefice? A chi vogliamo assomigliare? Saremo in grado di affrontare il nostro quotidiano con la stessa dolcezza e forza della nostra piccola grande patrona?
Io dico di si! Anzi io sono certo di questo, che la nostra diocesi, la nostra città, con l'aiuto
del Signore e della nostra protettrice possano crescere, essere veramente più santi e testimoni di amore nel loro territorio.
Forza Chiesa di Livorno : non temere, spiega le vele al vento dello Spirito ed annuncia il Vangelo! Farai grandi cose.


Monsignor Paolo Razzauti, amministratore della Diocesi di Livorno


[ Home Page ]  -   [ Chi siamo ]  -   [ Il progetto ]  -   [ Luoghi di devozione ]  -   [ La passio della leggenda ]  -   [ Documenti, ricerche, studi ] -   [ Itinerari ] -   [ Mappa ] -   [ Logo ] -   [ Copyright ] -   [ Contatto ] -   [ Links ]